Dal cui lurido labbro un lungo usciva
Disperato fra i gemiti sospiro 351Sciolto in lampi e in vapor, qual nube estiva.
Ma intollerabil più d’altro martíro
Apparía d’essi entro al squarciato petto 354Un serpe al cor attorcigliato in giro,
Cui se aggiungeasi impresso il santo eletto
Nella fronte di lor segno di Cristo, 357Sovra ogni pena era il dolor perfetto.
Fremea nel mar cocente il popol tristo,
E da natura spinto ergeva un volo 360Del Ciel, per cui già nacque, al dolce acquisto;
Ma il rispingea l’ira divina, e solo
Era a lui dato obbliquamente i cupi 363Rader abissi, e accrescer duolo a duolo,
Ch’altri percossi all’avvampate rupi,
Altri sbattuti orrendamente insieme 366Ululavan nell’urto a par dei lupi,
E ricadean nel golfo; e poi l’estreme
Forze unían ad alzarse, e fean eterno 369Vortice, ch’arde e vola e piomba e geme.
Fra le molte malnate Ombre d’Averno
Misere più di quel, che il rozzo esprima 372Mio stil non pari al mio terrore interno,
Vidi una Donna a un igneo scoglio in cima,
Che stridea lacerata in modo atroce 375D’alto dolor da più pungente lima,
E con dirotto pianto, e orribil voce
Tentava il serpe sviluppar dal seno, 378E dalla fronte un’infocata croce;
Ma stretta, e vinta da infrangibil freno
Sdegnosa si torcea, come compressa 381Vipera, cui rigonfia ira il veleno.