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terza 45

Dal cui lurido labbro un lungo usciva
     Disperato fra i gemiti sospiro
     351Sciolto in lampi e in vapor, qual nube estiva.
Ma intollerabil più d’altro martíro
     Apparía d’essi entro al squarciato petto
     354Un serpe al cor attorcigliato in giro,
Cui se aggiungeasi impresso il santo eletto
     Nella fronte di lor segno di Cristo,
     357Sovra ogni pena era il dolor perfetto.
Fremea nel mar cocente il popol tristo,
     E da natura spinto ergeva un volo
     360Del Ciel, per cui già nacque, al dolce acquisto;
Ma il rispingea l’ira divina, e solo
     Era a lui dato obbliquamente i cupi
     363Rader abissi, e accrescer duolo a duolo,
Ch’altri percossi all’avvampate rupi,
     Altri sbattuti orrendamente insieme
     366Ululavan nell’urto a par dei lupi,
E ricadean nel golfo; e poi l’estreme
     Forze unían ad alzarse, e fean eterno
     369Vortice, ch’arde e vola e piomba e geme.
Fra le molte malnate Ombre d’Averno
     Misere più di quel, che il rozzo esprima
     372Mio stil non pari al mio terrore interno,
Vidi una Donna a un igneo scoglio in cima,
     Che stridea lacerata in modo atroce
     375D’alto dolor da più pungente lima,
E con dirotto pianto, e orribil voce
     Tentava il serpe sviluppar dal seno,
     378E dalla fronte un’infocata croce;
Ma stretta, e vinta da infrangibil freno
     Sdegnosa si torcea, come compressa
     381Vipera, cui rigonfia ira il veleno.