Su pian erboso, e ai placid’ozj amico
Mi posai presso a una voragin cinta 54Da un orlo rozzo di macigno antico,
Entro cui rimirai sculta e distinta
Pietrosa scala in tortuosi giri, 57Ch’alto salía col margin primo avvinta.
Benchè Natura ad esplorar ne ispiri
Quell’obbietto, che nuovo agli occhi addita, 60Pur tacquer a tal vista i miei desiri;
Chè intenti solo alla fatal salita
Pungean la salma, cui l’usata increbbe 63Forza nella palude aver smarrita,
E sì l’insano lor impeto crebbe,
Ch’io m’alzai; e nel mio sorger m’avvidi, 66Che il suo vigor perduto il piè riebbe,
E mossi.... Quando un uom a fronte io vidi
Cinto i grigi capei d’ostro lucente, 69Che gli atti aggiunse al bieco volto, e i gridi,
E disse: Ah sconsigliato! e qual furente
Ingannatrice voglia il cor ti move 72L’orme a seguir della perduta gente?
Perchè dei danni tuoi l’ultime prove
Nel colle cerchi in falsa immagin lieto, 75Su cui l’alta Pietà grazia non piove?
Odimi: Il Ciel nol soffre, ed io tel vieto,
Più oltre non andrai. Tacque, e col teso 78Braccio al mio petto ei mi rispinse indreto,
Negommi lo stupor, onde fui preso,
Ch’io ravvisassi all’improvviso assalto 81L’uom grave, che il sentier m’avea conteso.
Ma a poco a poco poi dall’imo all’alto
Guatando lui, su gli occhi miei l’impresso 84Volto nella memoria entrò di salto,