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seconda 31

Ch’io vidi lei dal lieto mio soggiorno
     Chiudersi fra i silenzj e i tristi orrori,
     312E odiar la luce dell’ingrato giorno:
Dille, ch’io non obblìo fra i nuovi onori
     Del comun sangue, e del gemello nodo,
     315Che nel nascer ci avvinse, i primi amori;
Che questi io serbo, e con mirabil modo
     De’ miei pensier su le felici penne,
     318Mentr’ella invan mi piange, a lei m’annodo.
Tacque, e a paro del sol chiara divenne,
     E su l’altr’Alme il foco suo diffuse,
     321E parte in sè dell’altrui foco ottenne;
E mentre in essa, e in lor dolce s’infuse
     L’alterno fiammeggiar del lume vago,
     324Ella nel centro de’ suoi rai si chiuse,
E del colle, e di lei sparve l’immago.