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seconda 27

Ella piegò le sue ginocchia al suolo,
     E ubbidienza in lei vinse il desío
     180D’erger al centro suo l’ultimo volo.
Allor Pietade incominciò: Tu, Dio,
     Tu, Padre, invita nel tuo sen beato
     183Quest’Alma tolta al carcer suo natío.
Questa delle mie cure è un pegno amato,
     Ch’io fin d’allor, che Fede a te la strinse,
     186Le tenni Speme e Caritade a lato:
Questa il terreno Amor schiva rispinse
     Dal casto core, e l’amor tuo v’accolse,
     189E dove l’un ardéo, l’altro s’estinse:
Questa il real virgineo piè rivolse
     Su l’orme tue pei sentier aspri e duri,
     192Nè dell’asprezza lor giammai si dolse.
Poichè tu sei puro amator dei puri,
     Cangiale in manto di perpetue stelle
     195L’orror sofferto de’ suoi giorni oscuri:
Tergi dagli occhi suoi, tergi tu quelle,
     Che già sparse per te ne’ tristi tempi
     198Del suo peregrinar, lagrime belle;
E l’inebbria di gaudio, e la ríempi
     Della tua stessa Deitade, e in lei
     201Tu la tua grazia, e la sua gloria adempi.
Chiamala dunque dagli amplessi miei
     Per la tua tríonfal diletta Croce
     204Ai beni immensi, ove bear la dei,
Chè non fia più, che l’invido veloce
     Tempo, o la Morte isterilisca, o rube.
     207Tacque Pietade; e sorse un’altra voce
Con suono emulator di mille tube:
     A terra, Angeli e Turbe, amore e acquisto
     210Del divin Sangue; e allor s’aprío la nube,