Dell’uom l’Alma è fra queste, a cui nativa
Dio forza infuse pel terren cammino 312Ne’ desir suoi liberamente viva.
Or quand’ egli con provido destino
Le cose appresta all’avvenir serbate, 315Prescrive ancor col suo voler divino
Quel che d’invitta dee necessitate
L’Alma soffrir, e quel, che d’ogni incarco 318Sciolta oprar sua ragion può in libertate;
Chè ben mille entro l’uom schiudonsi il varco
Mali aspri e affanni, cui porre egli il freno 321Non vale, e non gli è dato irne mai scarco.
Quanto ordinò d’eternità nel seno
Il supremo Voler, nel tempo elíce, 324E al voler sorge egual l’effetto appieno;
Chè diverso all’effetto esser non lice
Da quell’ordin, che in lui stabil ordío 327L’onnipotente sua causa e radice.
Tu a prova il sai, che, benchè a te restío
Contrasti il cor, che fervido s’adopra 330Ad invescarti nel peggior desío,
Puoi col tuo ragionar levarti sopra
Que’ moti impressi in te dalla vil salma, 333E sospender ad essi, e negar l’opra.
Tu puoi moverti ovunque brami, o in calma
Del mar, o in mezzo alle fierissim’acque, 336Chè a scerre anche i perigli arbitra è l’Alma;
Anzi non puoi non esser tal; chè nacque
Indivisa da te questa possente 339Lena, che giunger teco a Dio già piacque.
Primo libero è Dio, primo volente,
Qual cagion prima, in cui pieno s’accoglia 342Quant’è il voler d’ogni creata mente;