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alla duodecima visione 253


P. 241. Appresentossi d’adamante un lago, ec.

Cioè un lago trasparente come diamante, in quella guisa che come vetro trasparente e a cristallo simigliante era il mare vitreo, che si stendeva davanti al trono di Dio, veduto da San Giovanni nell’Apocalisse (cap. IV v. 6): et in conspectu sedis tamquam mare vitreum simile crystallo.

Ivi. Oltre cui si scorgea ec.

Non diversa cosa vide l’Apostolo San Giovanni nel luogo sopraccitato: Et iris erat in circuitu sedis, v. 3; e presso a poco la stessa il Profeta Ezechiele nella sua Prima Visione (cap. I v. 27 e 28).

Ivi. Il volto, ch’era insieme e volto e luce.

L’idea è tolta da Daniele (cap. VII v. 10): Fluvius igneus rapidusque egrediebatur a facie ejus.

Ivi. Ei col piè, che le nubi ondifer’ ave ec.

La grande immagine viene dall’Apocalisse (cap. IV v. 5): Et de throno procedebant fulgura et voces et tonitrua.

P. 243. Qual da mille torrenti un suon che uscisse; ec.

Suono e voce di molt’acque dissero Ezechiele (cap. I v. 24 e cap. XLIII v. 2), e l’Evangelista Giovanni nell’Apocalisse (cap. I v. 15, cap. XIV v. 2, e cap. XIX v. 6), quando esprimer vollero un grande e straordinario o suono o voce.

P. 245. Che di morte un vapor ec.

Il vajuolo, che fece temer moltissimo della vita di Sua Maestà, Imperatrice Maria Teresa, e tenne a lungo in estrema ansietà, e tormentoso sbigottimento i tanti