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duodecima 249

Io già chiedea di sì bell’Alma il nome,
     579Quando l’Eroe pien di giojoso affanno
     Esclamò lieto: Ah Figlia! e donde? e come?...
Oimè! qui sparve il Cielo; e all’igneo scanno,
     582Ove il sol regge, ascese l’Angiol ratto,
     Lasciando me fra il desiderio e il danno.
Caldo impeto m’avea scossa ad un tratto
     585L’Anima sì, che ambe le braccia io stesi
     Larghe, quasi ale di volar in atto;
Ma rattemprati poi gli spirti accesi
     588Dallo traportator desío, m’accorsi,
     Che là, donde levommi Uriele, io scesi:
E mentre del tríonfo aureo, ch’io scorsi,
     591In mente ravvolgea gli obbietti vivi,
     Voce che risonò sentii disciorsi
Nova dal sol: Quel che vedesti, scrivi.