Ella con voce, che al parlar comparte 480Pellegrina vivezza e insiem virtute,
E sorpassa ogni fina Angelic’arte,
Disse: Dammi Teresa. Erano mute 483Tutte le lingue in Ciel, quando altra voce
Dal trono, ond’esce ognor grazia e salute,
S’udì: Teresa è tua. Brillò la Croce 486Accanto al Figlio di splendor novello,
E la Vergin ne involse. Allor veloce
Apparve un vago d’Angeli drappello, 489Cui dato in cura è l’ampio suol, che bagna
L’Istro ai marmorei ancor ponti rubello.
Questi vider in Dio, che gli accompagna 492Col sacro lume ovunque spieghin l’ali
D’Austria il fausto Destino e di Lamagna
Nella serbata ad esse Madre. Eguali 495Quindi rendean le grazie al dono, e accensi
Di caldo amor pe’ miseri mortali
I cantici intessean tra fumi densi; 498E maestade e gloria al trono divo
L’ondeggiante accrescea nube d’incensi.
Mentre iteravan questi il canto vivo, 501Ad Uríele io dissi: O fra le squadre
Eteree Duce, spiega a me, che privo
Di saper calco invan vie sì leggiadre, 504Perchè l’Eroe l’inferma Donna Augusta
Vide nel Figlio, ed era in faccia al Padre?
E l’Angelo rispose: Alta vetusta 507Fin dai secoli eterni immensa Mente,
Contezza avea di sè perfetta e giusta,
Ed era il suo conoscersi un possente 510Effondimcnto della sua sostanza,
Che in diffondersi sempre a sè presente