Maravigliando, che senz’ombra e velo 381Sì eccelse cose a me fosser dischiuse,
Muto io guardava infra desire e zelo:
Godea, non come Spirto, in cui s’infuse 384La beata virtù, ma qual Uom lieto
Per sovrumana idea, che lo confuse:
Quando l’Eroe presso al chiaror secreto 387Del sommo seggio al pian prostrossi, e stette
In atto umil di riverenza, e cheto;
E il pio Goffredo, che fra l’altre elette 390Schiere precorse a lui, la lingua sciolse:
Mira fra le tue pure Alme dilette,
Dio degli Dei, questa, che il vol disciolse 393Dal carcer delle vampe affinatrici,
In cui sua pena e tua pietà l’avvolse.
Questa tra il foco e l’acque, e le infelici 396Vie della terra, e fra tempeste e scogli
Fida le tue serbò grazie vittrici.
Tu me scegliesti a lei guida, e tu sciogli 399Me dal mio voto. Ecco a te l’offro. Ah! schiudi
Le dive braccia tue, Padre, e l’accogli.
Tremáro allora i Troni e le Virtudi 402Angeliche; e una voce udii, che disse:
Viva, e regni con noi. E insegne e scudi
Vidersi, in cui la Mano eterna scrisse 405Dell’Eroe l’opre, e applauso tal si sparse,
Qual da mille torrenti un suon che uscisse;
E Caritade in abbracciarlo apparse 408Più di pria luminosa, e ai dolci amplessi
Tutto di raggi ei si coperse ed arse.
In quel punto su lui con lampi spessi 411Rifolgorò il gran Figlio, e Amor dall’alto
Ignea lingua vibrógli, e fiamma ei fessi;