Ad esse fragil carne in naturali
Pregi da Dio distinte? E non son tutte 612L’Alme di lor natura umane eguali?
Ei mi rispose: Da ragion produtte
Onnipossente fúr le cose, ovunque 615Sono, e in sè stesse a mostrar lei ridutte;
Così che immenso il poter suo, quantunque
Vinca d’assai gli umani alti pensieri 618Nell’opre, ch’essa feo, veggi chiunque.
Quindi ella innumerabili, leggieri,
Gravi, liquidi, duri, opachi, e lustri 621Di raggi, e vivi, e inerti al moto veri
Corpi non sol formò, ma Spirti illustri
Per immagin divina a lei simili 624Nel ragionar liberamente industri.
Or se tu gli animai mediti o vili,
O pregievoli in terra, o in acque erranti, 627E le ramose piante, e l’erbe umíli,
Comprenderai quanto sian varj, e quanti
Moti, aspetti, e colori abbian diversi, 630Chè malagevol fia distinguer tanti.
Che in lor specie fan varj anche vedersi;
Talchè appieno non mai destrier somigli 633Un altro, e mai sparvier coi vanni aspersi
Di piume altro sparviero, e non mai gigli
Pareggin gigli, e a foglia egual sia foglia, 636O molle s’apra, o secca s’attorcigli.
Nè fra gli uomin conforme è la lor spoglia
Frale, onde scorga ognun quanta in tant’opre 639Varietate magnifica s’accoglia:
Se Dio tal fermo in variar ti scopre
Ordin su terree masse, e perchè neghi, 642Che su immortali forme egli l’adopre?