Poi tutta insiem la turba al Cielo infida
Sparve dentro a caligin improvvisa, 381E la caligin suonò d’urli e strida.
Ed ecco un carro aspro di gemme, e in guisa
Di gloríosa pompa e trionfale, 384E sovra il carro eterna Donna assisa.
Cinta è da manto inargentato, quale
Di colma luna avvien, che il disco allumi; 387In cui tinti da man d’arte immortale
Splendon uomini e belve, e in varj lumi
La notte, il giorno e la nascente aurora, 390E quanta terra abbraccian mari e fiumi.
Grave pensoso ha il viso, e ad ora ad ora
Rifolgora seren; ch’alto sospesa 393Fiamma triangolare il crin le indora.
Un occhio a par di viva stella accesa
Le irraggia il sen: l’eburnee dita strette 396Della sinistra arcata in parte e stesa
Tien su libro fatal chiuso da sette
Infrangibil sigilli, in cui l’impresso 399Divino Agnel l’immagin sua riflette.
Piega ella il destro braccio e su convesso
Scudo l’appoggia: tra fulminee strisce 402Chi è forte a par di Dio? leggesi in esso.
La mano un vaso in rovesciar largisce
Rorido umor, che per le fibre gira 405D’ogni terreno germe, e lo nudrisce.
Niuna o queta belva, o indocil tira
L’augusto carro vincitor dei venti, 408Chè spirito motor le rote aggira.
Cento e più legíon di Spirti intenti
Della provvida Donna al cenno, e pronti 411Mostra ampia fean d’innumerabil genti: