Quindi l’ostile a noi terrena chiostra
Suona d’alterne guerre, e finta tregua 117Solo d’inganni amica all’Uom fa mostra
Di pace, onde più acerbo odio ne segua.
Unica di noi gloria è il duol di lui, 120Che il nostro imiti almen, se non l’adegua.
Benchè onor sommo abbian que’ Spirti, cui
L’invescate ne’ falli Anime lice 123Trarre al carcer fatal serbato a nui,
Pur non di pregio scema è la radice
Dei vanti nostri. Io per voi, turba eletta, 126Su i mortali a versar l’urna infelice
De’ varj atroci mali, io nell’infetta
Stirpe d’error iniquamente insano 129L’ultima pena adempio, e la vendetta.
Nè roto io mai l’adunca falce invano,
Fiso a Dio, che permette insieme e guata 132Il colpo fier d’una implacabil mano.
Or fra i trionfi miei la coronata
Testa serto non mai più raro avvinse, 135Nè di questa io rapii palma più grata,
Che su l’insegne mie lugubri pinse
Titol sì grande, e amaro nome accrebbe 138Al curvo ferro, che Luisa estinse.
Troppo al nostro livor la chiara increbbe
Virtù di lei, che in sua fermezza, e in vivo 141Esempio altrui mirabilmente crebbe.
Di grazia colmo, e d’alterezza privo
Spirto quelle già resse al freno pronte 144Membra, che i malnati ozj ebber a schivo.
Quanta le tralucea fin su la fronte,
Benchè fitta nel cor, vera pietade, 147Qual sasso in fondo a non turbata fonte?