Pagina:Alfonso Varano - Opere scelte 1705-1788.djvu/197


nona 175

E hai sciolti or quei, che avean le man legate
     Entro la Molda e l’Elba, empi di foco
     309La tromba usa a irritar le squadre armate:
Scendi poi dove hanno i duo campi il loco,
     E d’Austria l’armi alla crudel contesa
     312Movi; chè il vincer meco è lieve gioco;
E sovra ogni bandiera al vento stesa
     Scrivi in raggianti e tríonfali note:
     315Di Dio spada vittrice e di Teresa.
Già l’immenso Amor mio, che chiuder puote
     Me amante sotto impenetrabil velo,
     318Contro chi non l’adora il fulmin scuote,
E qual Uom fia, che ardisca, s’io mi celo,
     Me ascoso, ma pur Dio, prender a scherno,
     321E interrogar me de’ miei dritti in Cielo?
Tacque; e più ardendo allor l’aere superno,
     L’Angel gridò: Santo tre volte Santo,
     324Il Dio tu sei delle Battaglie eterno;
E diè fiato alla tromba. Il feral canto
     Lamagna tutta empiè, dietro cui tenne
     327De’ Prussi lidi un ululato e un pianto.
Indi scendendo al suol rapido venne,
     E col forte elmo sì l’aria divise,
     330Che piovver luce in ondeggiar le penne:
D’Austria fra le coorti egli si mise,
     E colle note del divin furore
     333Carche armò gli stendardi e le divise.
Nuovo ne’ Duci ei non spirò valore,
     Chè in petto ebberne appien: lor non accrebbe
     336Fuor che letizia, e d’onor zelo al core.
Poichè il nemico altier gl’infausti bebbe
     Sdegni col suon della celeste tromba,
     339Le agitate affrenar furie gl’increbbe,