414Non già ch’egli per ciò dal fianco scioglia
La forte spada, e sè ricopra e cinga
Con sacra a stabil voto, e umile spoglia; 417Ma fra gli onori e gli agi a far s’accinga
Gran mostra in sè quanto Virtù si renda
Più bella ove il piacer gli empj lusinga, 420Per cui sul candelabro alto risplenda
Qual chiara face ad irraggiar là dove
Par, che vil nebbia il vero lume offenda. 423Nè tu obbliata fra le scelte prove
Di più sublime amor, Donna, sarai,
Onde tanta in lui grazia e luce piove; 426Chè dell’Anima sua gran parte avrai,
Ma scevra ognor dalle pungenti some,
Di cui più gravi altra non ebbe mai. 429Dolce ei rimembrerà quanto arse, e come
Te pianse, e sonerai ne’ labbri suoi
Tenero sì, non lagrimevol nome. 432Placido e pago udrà gli sparsi poi
Plausi da mille lingue a te serbati,
E soave trarrà vanto dai tuoi. 435Che ben rammenteran Te fra i gelati
Marmi racchiusa dell’oscura tomba,
Ma lieta insiem fra gli Angeli beati, 438Il Ligeri, che scorre ondoso, e romba
Per contrade ampie, e l’invincibil Senna,
E il Rodano, da rupi erte che piomba, 441E il patrio tuo, che altrui doglioso accenna
Le tue dovute a sè ceneri pie,
Sceso dalle Pennine Alpi Scoltenna; 444E in ridir quanto per difficil vie
Sentier varcasti di virtù più rara
Nelle tue laudi accresceran le mie.