315Presso a quel bosco, ove già i detti sciolse
L’amabil Donna, od arte fosse, o sorte,
L’amena sponda il bel naviglio accolse; 318Ed essa allor ne’ voti suoi più forte:
Tu, gridò, Spirto, che perpetua spiri
Fra il Padre e il Figlio aura d’Amor consorte, 321Tu, che al pronubo Amor le Grazie ispiri,
E in fronte a lui come Colomba siedi
Nudrice de’ castissimi sospiri, 324Tu il mio, che innanzi a te misero vedi,
Sposo conforta, e da lui quella togli
Fede, che per gli estinti a lui non chiedi; 327Da puro sì, ma crudo amor lo sciogli,
E fa, tu il puoi, che di sue dure pene
La morte, no, ma tua pietà 1o spogli. 330Disse; e dall’alte vie del Ciel serene
Mìrabil aura scese, atta le chiuse
A penetrar dell’Uom midolle e vene, 333Che nel pensoso Amor mentre s’infuse
Con vago attorcigliò vortice breve
I capei sciolti in onda, e li confuse. 336L’acerbo lutto, e la tristezza greve
Fuggì dovunque a fender l’aria giunse
II volo trionfal del vento lieve. 339La nube dalla nave aurea disgiunse
L’ombre squallenti, e in vapor molli tronca
Al fiume, onde partìo, si ricongiunse: 342Piena il Pado agitò d’acque la conca,
E fauste alzàro i remator le grida,
Cui rispose ogni valle ima, e spelonca. 345Intanto Amor, dalla celeste e fida
Aura spirato, alla compagna Fede
Volto: Va, disse, o mia delizia e guida,