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154 visione

Tacquer le Grazie, e rinverdì più amena
     183La selva ombrosa, e dal festevol canto
     Raddoppiàro gli augei la docil vena;
Più acceso la Colomba il foco santo
     186Sparse ad Amore in petto, e le sanguigne
     Gocce brillar di rai parver sul manto.
La vaga Donna allor, cui pria benigne
     189Negò l’orecchie Amor, placida in guisa
     Di chi sul volto suo speme dipigne,
Ricominciò: Poiché non mai divisa
     192Dal tuo seno è pietà, che ognor t’inspira
     La celeste su te Colomba assisa,
E per te l’aere tutto intorno spira
     195Gaudio, tu, Amor, nella mia voce ascolta
     Un misero, che indarno arde e sospira.
Noto è a te come amaramente sciolta
     198Fossi dal marital nodo, in cui giacqui
     Fra le tenere tue delizie avvolta;
Pur giova il rammentar, ch’io per te piacqui
     201Al Borbonio Garzon, benché si lunge
     Dal suo fosse il gentil nido, ove nacqui.
Oh quanto al genial desio s’aggiunge
     204Divino impeto allor che la tua mano
     Piena di Dio l’Anime in Dio congiunge!
Ellera mai, né vite in fertil piano
     207L’olmo abbracciò si fortemente e l’orno
     Coi rami al tronco non attorti invano,
Come il mio strinse il core amato intorno,
     210E come lena al sacro vincol nova
     Crebbe ogni sol nel condur nuovo il giorno;
E ben di tua virtude esempio e prova
     213Fu il mio raro quaggiù stato felice,
     Che in me l’idea di quel che amai rinnova.