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126 visione

Sì, che i nocchieri al lor periglio intenti
     21Salir pe' gradi all'aspre corde intesti
     Le agitate a raccor tele stridenti
Fra i sibili del vortice funesti,
     24Cui resister mal puote Ercinia e Ardenna;
     Ma tal fe'la procella impeto in questi,
Che duo di lor, in men che il dito accenna,
     27L'ampia vela aggruppando all' arbor carco,
     Divelti fùr dalla tremante antenna:
E come augei l'aure fendendo in arco
     30Dopo un languido oimè sparver assorti
     De' golfi irati nel terribil varco.
Notte recando e verno erravan sórti
     33Nel tenebrato ciel nuvoli spessi
     Che ricoprìan di nebbia i lidi e i porti,
Ed al crescer dell'ombre i flutti stessi
     36Parean del legno sormontar le sponde,
     Crescendo mole, e feritade in essi.
Venìan pugnando insiem grossissim'onde,
     39Altre a proda, altre a poppa, e fean in parte
     Or monti erti, or voragini profonde;
E ognor del mare alla gonfiata parte
     42Levavasi la nave, e al sen più basso
     Avvallando rendea delusa ogni arte.
Noi pel terror immoti a par d'un sasso
     45Restammo in pria; ma la vicina morte
     I piè ci sciolse, ed affrettonne il passo
A librar, benché invan, col pondo forte
     48De' corpi il lato, in cui per l'urto esterno
     S'ergea troppo l'abete in dubbia sorte:
Ma pel gran moto ad ambo i lati alterno
     51Lassi cademmo, e il nostro inutil corso
     I tempestosi fiotti ebber a scherno.