Pietà nel core onnipotente svegli:
Ben questo ferro, qualor tu lo mostri 447Al divin Figlio, è onnipotente anch’egli.
Poichè Marianna in que’ montani chiostri
Fe’ risonar le sue pietose note, 450Stette, qual Donna, che a Maggior si prostri;
E al supplichevol atto, e alle devote
Preci la Diva in umiltade illustre 453Parve innostrar le virginali gote;
Poi, com’alba che il giorno indori e lustre,
Splendè più chiara, ed abbracciò l’Amica 456Ne’ voti suoi sì dolcemente industre;
E all’Angel chiesta quella spada antica,
Ch’ella bagnò de’ sovrumani pianti 459Nel dì, che vinse Amor Morte nemica,
Colle candide man pura spiranti
Luce e soave ambrosia e grazie rare 462L’offerse alto levata al Figlio avanti.
Silenzio all’aria, al suolo, all’acque amare,
Ed alle sfere; e in un girar di ciglio 465Tacque la terra, il cielo, il vento e il mare;
Ed ella incominciò: Per quella, o Figlio,
Pietà, che in me infondesti, e ch’io disserro 468Dal cor, che dalla tua prende consiglio;
Per questo, ch’io supplice Madre afferro,
E l’Alma già m’empiè d’immensa doglia, 471Sacro alla morte tua lugubre ferro,
Prescrivi al tuo Voler, che sleghi e scioglia
L’Anime, cui l’affinatrice fiamma 474Vieta il varcar quell’infocata soglia.
Poichè sai quali io chieggio, e qual m’infiamma
Per esse amor, delle dovute pene 477Deh! non chiedere lor l’ultima dramma: