Col sangue umano in satollar la fame;
Nudo, e coperto sol di penne i lombi 348Insiem tessute con arboreo stame.
Qui più d’ogni altro avvien che il suon rimbombi
Delle genti Europee confuso e misto 351Fra il suon de’ corvi impuri e de’ colombi,
Che sotto al sacrosanto arbor di Cristo
Occupan l’ampio suol, che in altra etate 354Fu già gran parte del Romano acquisto.
Io colla bella Guida avea varcate
Fra turba e turba le pianure elette 357I fonti a diramar della Pietate;
E ascese avea le dirupate e strette
Vie del selvoso inaccessibil colle, 360Che l’erta fronte oltra le nubi mette;
Nè al piè d’inciampo eran o sterpi, o zolle,
O sassi, o spine, chè l’amica scorta 363Rendea l’aspro sentier facile e molle.
Quando un’alta armonía, che riconforta
Ogni spirto vital che stanco assonna, 366Tal s’udío su la strada al monte attorta:
Ave, o del giorno eterno immortal Donna,
Che avesti il cor d’immensa grazia adorno 369Fra quante unqua vestír terrestre gonna.
E al bel canto rispose a noi dintorno
Con mille voci un invisibil Coro: 372Ave, o gran Donna dell’eterno giorno.
L’Angelico pel monte inno canoro
Sul pian ci colse d’innalzata costa, 375Che la vetta scopría fra i raggi d’oro,
Tal, che all’alto mirando, ove riposta
Credei del Sol la lampa, il Sol non scorsi, 378Ma una Donna nel Sol quasi nascosta.