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VISIONE VI.




PER LA MORTE


DELLA SERENISSIMA


MARIANNA


ARCIDUCHESSA D’AUSTRIA


PRINCIPESSA DI LORENA.





Nella stagion, che il sol dal cocchio eterno
     Alla fertil Esperia obbliquo splende,
     3E lascia l’erbe e i fior in preda al verno,
Sorta era già coll’umid’ale orrende
     La fredda Notte, ed i silenzj e i sogni
     6Le intrecciavan al crin l’oscure bende;
Ed io, qual uom che immagin tetra agogni
     Sveller dall’Alma, e in desvìar l’immago
     9Più l’imprima in sè stesso, e si rampogni,
Meco dicea: Come il pensier mio vago
     D’errar ove nè augelli erran, nè antenne,
     12E in tanto vol stanco non mai, né pago,
Come tarpò le trionfali penne
     Sì, che invan chiegga quell’antica forza,
     15Che su le liquid’aure alto lo tenne?