Nè la Fè sola ad accertarti è scorta,
Chè non fia fuor che in Dio che appien tu goda, 579Là ’ve in lui tutta è la nud’Alma assorta;
Ma tua ragion chiaro tel mostra, e annoda
Te in vincol forti; e perchè tu il conosca, 582Fa che tua mente a me si volga, e m’oda.
Il corto ingegno uman cinto da fosca
Nube raro dal falso il ver distingue, 585E nel suo dubbio argomentar s’infosca;
Quindi o in beltà fallace, o in copia pingue
D’agi e d’onor, ch’ei credeo beni, o in finta 588Tema d’affanni il cor sua pace estingue:
Poi la tua brama insaziabil spinta
A voler quel che l’intelletto abbraccia, 591Dal tuo poter sì scarso è risospinta;
Onde avvien, se a te grato obbietto piaccia,
Che invan lo cerchi, e un altro invan tu fugga, 594Che pel duol t’ange, e pel terror t’agghiaccia.
Alfin, perchè tu non ti snerbi e strugga,
D’esterne cose hai d’uopo, e la tua spegni 597Vita, se a noja tu l’abbia, e le sfugga.
Dunque pur quanto pago esser t’ingegni,
Pur, perchè a te bastevol tu non sei, 600Giunger non puoi di stabil gaudio ai segni.
Tai fonti di continua angoscia rei
Per natural necessitade vedi 603In ogni uom sparsi, e tu negar nol dei;
Chè mentre divenir beato credi
Coll’altrui forza e aíta, allor t’accorgi, 606Ch’altri a te chiede il ben, che a lui tu chiedi.
Nè questi, che in te provi, e in altrui scorgi
Principj amari fia che il cor mai svelga, 609E indarno a lui lena e valor tu porgi.