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78 annotazioni

s’è di ciò Vergognato. E se voi riputate una stoltezza il dire, ch’ Egli a morto sopra una croce, questo vostro sentimento diviene per noi un argomento di credibilità per asserir francamente, che intatti egli è morto così. Come eziandio diviene per noi un argomento di certezza il suo glorioso Risorgimento, per ciò appunto che voi lo spacciate un impossibile; appoggiandosi, cred’io, questo Padre nel cosi argomentare a quel testo di san Paolo nell’Epistola I. ad Cor. cap. I, che dice: Praedicamus Christum Crucifixum, Judaeis quidem scandalum, Gentibus autem stultitiam. Or siccome questa idea dei Giudei e dei Gentili è del tutto conforme alle massime, che del falso onore e della fallace gloria mondana suggerisce lo storto pensare della guasta umana natura, quindi l’Autore prende a spiegare la seconda proposizione di Tertulliano da quel verso

Pag. 70. Gli sparsi dal primo Uom semi funesti

mostrando come l’incarnata Sapienza, a disingannare gli uomini delle false idee da lor concepite intorno al vero onore, s’appigliò ad una vita umile ed abbietta, siccome quella che sicuramente li guidava all’eterna salute; onde l’esempio di un Dio umanato, che canonizzava in se stesso gli avvilimenti di una vita povera, e gli obbrobri della croce, fosse per loro un invincibile argomento a ricredersi della vana opinione, che ormavansi riguardo all’onore. Questo modo di argomentare, che non è per verità secondo il rigor dialettico, egli è però del tutto conforme ai principi della cristiana filosofia, cui l’Autore pretende di esporre e sostenere in questa sua Visione.

Pag. 72. Mentre il chiaror qualunque sia che mande
L’Onor caduco, ec.

Della vanità del mondano onore dicesi nel cap. II del primo libro de’ Maccabei: Gloria ejus stercus, et vermis est; e l’Apostolo: Quod altum est hominibus, abominatio est coram Deo.