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»o VITA DI VITTORIO ALFIERI.

  • 77^- n Con la lor vanità che par persona»

trionfano di parecchi altri in cui» Fosser gemme legate in vile anello.» £ noterò pure qui, che si al Padre Paciaudi, che al Conte Tana, e principalmente a questo secondo, io professerò eternamente una riconoscenza somma per le verità che qii dissero, e per avermi a viva forza fatto rientrare nel buon sentiero delle sane lettere. E tanta era in me la fiducia in questi due soggetti,che il mio Destino letterario è stato interamente ad arbitrio loro; ed avrei ad ogni lor minimo cenno buttata al fuoco ogni mia composizione che avessero biasimata, come feci di tante rime, che altra correzione non meritavano. Sicché, se io ne sono uscito Poeta, mi debbo intitolare, per grazia di Dio, e del Paciaudi, e del Tana. Questi furono 1 miei Santi Protettori nella feroce continua battaglia in cui mi convenne passare ben tutto il primo anno della mia vita letteraria, di sempre dar la caccia alle parole e forme francesi, di spogliare per dir cosi le mie idee per rivestirle di nuovo sotto altro aspetto,di riunire in somma nello stesso punto lo studio d’un uomo maturissimo con quello di un ragazzaccio alle prime scuole. Fatica indicibile; ingratissima, e da ributtare chiunque