Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
EPOCA QUARTA. CAP. I. i5 del Monginevro, dove è fama che Annibaie 1778. varcasse l’Alpi. Io benché riflessivo per naCome, di quei ch’armato il braccio, e fieri. Ai Profani vietando ognor l’ingresso. Giustamente sen van di tanto altieri? Come, di quel che all’opra sì indefesso, Necessario Censor, vi molce e accheta, E si nobile esempio dà lui stesso? Come, di quel che nella steril meta Di vane Cerimonie a cui presiede N’adempisce il dover con faccia lieta? Come, di quel, cui l’instanoabil piede, ( A noi non Servo, ma Fratei diletto ) La lautissima mensa oggi provvede? Come, di quel che con sì dolce affetto Serve e v’illustra colla penna arguU Secretato gentile, a tutti accetto? — Cetra, ti veggo già stupida e muta, Se intraprendi parlar del Sacro Quadro • Che i Profani in Fratelli ci commuta. Che diresti tu poi di quel leggiadra Baldacchin del Maestro, il quale al Cielo Di coprirlo divieta, invido ladro? Fora inutile, e stolto anche il tuo zelo, Se t’accingessi a dir dell’alma Stella, Cui più lucido il Mastro oggi dà velo.