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la VITA DI VITTORIO ALFIERI. >775. dai suoi capitoli; con tutto ciò, tanta era la mia disattenzione e ignoranza, che allora cominciai questo mio senza più ricordarmi, 0 non l’avendo forse mai bene osservata, la regola delle terzine; e cosi me lo proseguii sbagliando, sino alla duodecima terzina; dove essendomene nato il dubbio, aperto Dante conobbi l’errore, e lo corressi in appresso, ma lasciai le dodici terzine cora’elle stavano; e cosi le cantai al banchetto: ma quei liberi muratori tanto intendevan di rime e di poesia, quanto dell’arte del fabbricare; e il mio Capitolo passò. Per ultima prova e saggio degli infruttuosi miei sforzi, trascriverò ancora qui, 0 gran parte, 0 tutto forse quel Capitolo; secondo che mi basterà la carta, e la pazienza. Verso l’Agosto di quell’anno stesso 76, credendomi far vita troppo dissipata stando in PRIMO CAPITOLO. Cetra, che a mormorar soltanto avvezza. Indagasti fìnor spietatamente I vizj, e n’hai dimostra la laidezza; Tu che in mano ad un vate impertinente Che le publiche risa nulla apprezza, Benché stolu, credesti esser sapiente,