Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
IO VITA DI VITTORIO ALFIERI. 1775. bile,nè sopportabile. Io mi arrabbiava,e piam geva: ma invano. Era forza pigliar pazienza, e rifare: ed intanto ingojarmi le più insulse e antitragiche letture dei nostri Testi di lingua per invasarmi di modi toscani; e direi, ( se non temessi la sguajataggine dell’espressione ) in due parole direi che mi conveniva tutto il giorno spensare per poi ripensare. Tuttavia, l’aver io quelle due tragedie future nello scrigno, mi facea prestare alquanto più pazientemente l’orecchio agli avvisi pedagogici, che d’ogni parte mi pioveano addosso. E parimente quelle due tragedie mi aveano prestata la forza necessaria per ascoltare la recita a’miei orecchi sgradevolissima della Cleopatra, che ogni verso che pronunziava l’attore mi risuonava nel core come la più amara critica dell’opera tutta, la quale già fin d’allora era divenuta un nulla ai miei occhi; nè la considerava per altro, se non se come lo sprone dell’altre avvenire. Onde, siccome non mi avvilirono punto le critiche ( forse giuste in parte, ma più assai maligne ed indotte ) che mi furono poi fatte su le Tragedie della mia prima edizione di Siena del 1783; cosi per l’appunto nulla affatto m’insuperbirono, nè mi persuasero, quegli ingiusti e non meritati applausi che