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EPOCA QUARTA. CAP. I. 7 tanto gridò questa voce, ch’io finalmente mi «778. persuasi, e chinai il capo e le spalle. Cosa ol¬ tre ogni dire dolorosa e mortificante, nell’età in cui mi trovava, pensando e sentendo come uomo, di dover pure ristudiare, e ricompitare come ragazzo. Ma la fiamma di gloria si av¬ vampante mi tralucea, e la vergogna dei reci¬ tati spropositi si fortemente incalzavami per es¬ sermi quando che fosse tolta di dosso, ch’io a poco a poco mi accinsi ad affrontare e trionfa¬ re di codesti possenti non meno che scliifosi ostacoli. j' La recita della Cleopatra mi avea, come dissi, aperto gli occhi; e non tanto sul demeri¬ to intrinseco di quel tema per se stesso infeli¬ ce, e non tragediabile da chi che si fosse non che da un inesperto autore per primo suo sag¬ gio; ma me gli avea anco spalancati a segno di farmi ben bene osservare in tutta la sua im¬ mensità lo spazio che mi conveniva percorre¬ re all’indietro, prima di potermi, per cosi di¬ re, ricollocare alle mosse, rientrare nell’arin¬ go, e spingermi con maggiore 0 minor fortu¬ na verso la meta. Cadutomi dunque piena¬ mente dagli occhi quel velo che fino a quel punto me gli avea si fortemente ingombrati, io feci con me stesso un solenne giuramento;