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il Ch. Sig. Abate di Caluso, onde sì atte¬ nuino i torti di Alfieri, o si osservino nel ■ suo vero lume. Egli è certo, che nìuno vorrà offendersi delle concezioni e delle collere smoderate di questo uomo grande, ed amerà meglio che le si conoscano intiere, piuttostochè vengano alla luce mutilate, o alterate sconciamente. Fatto sta, che in Alfieri non può darsi la ingiustìzia di biasimare una intiera nazio¬ ne sema differenza tra buoni e rei, e che a questi ultimi soli debbono riferirsi le sue in¬ vettive , e avuto sempre riguardo oltre a ciò ai tempi tenebrosi della Francia, esecrati dai Francesi medesimi. Egli magnanimo adorator del vero, di altri pensieri e di altre espres¬ sioni avrebbe forse fornito 7 suoi scritti, se* nel suo lavoro si fosse trattenuto a discorrer di, persone e di fatti individuali, o se, con¬ tinuandolo dopo il Maggio del i8o3, avesse riflettuto ai bei sqcoli, che alla Francia, alla ■ Italia , e all’Eurofia tutta preparava il Mas¬ simo tra i Monarchi.