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licenza, e dell’arbitrario e mal fermo gover¬ no J’ allora , eh’ era in preda continuamente alle fazioni, ed anche ai delitti i piò, atroci. Quest’epoche rivoluzionarie ogni scrittore im¬ parziale della stessa nazione le ha delineate, per dir così, con delle tinte piò che Alfie- riane , e mostrando i mali immensi, che de¬ vastavano la Francia, e minacciavano l’uni¬ verso, ciascuno ha notato appunto la sommi insperata avventura, per cui la Provvidenza chiamò Napoleone a spegnerli, e a riparar¬ li. La depravazione dunque delle vicende ri¬ voluzionarie infiammò Alfieri d( rancore e di dispetto , e concepì per tal modo odio, di¬ sprezzo , e nimicizia pei Francesi, nè seppe tutto ciò dissimulare , ma spingendo anzi all’ eccesso il suo rammarico, non disdegnò sovente nell’ esternarlo di comparire esagerato ed ingiusto . Quindi il suo amor sommo della patria, e della libertà civile , e forse le sue idee ori¬ ginali su tali oggetti di difficilissima precisio¬ ne , lo confermarono in sì fatto odio , quanto piò esteso e indeterminato altrettanto piò violento e irragionevole. Ftolsi su tal pro¬ posto legger cop ponderazione ciocché alla pag. 3i4 di questo Tomo dice saggiamente