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VITA DI VITTORIO ALFIERI. |
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[1764] Coll’occasione di queste nozze aveva anche ottenuto molto allargamento nella facoltà di spendere il mio, il che non mi si poteva oramai legalmente negare. E da questo ne nacque la compra del mio primo Cavallo, che venne anco meco nella villeggiatura di Cumiana. Era questo Cavallo un bellissimo Sardo, di mantello bianco, di fattezze distinte, massime la testa l’incollatura ed il petto. Lo amai con furore, e non me lo rammento mai senza una vivissima emozione. La mia passione per esso andò al segno di guastarmi la quiete, togliermi la fame ed il sonno, ogni qual volta egli aveva alcuno incomoduccio; il che succedeva assai spesso,perchè egli era molto ardente, e delicato ad un tempo; e quando poi l’aveva fra le gambe, il mio affetto non m’impediva di tormentarlo e malmenarlo anche talvolta quando non volea fare a modo mio. La delicatezza di questo prezioso, animale mi servi ben tosto di pretesto per volerne un altro di più, e dopo quello due altri di carrozza, e poi uno di calessetto, e poi due altri di sella, e così in men d’un anno arrivai sino a otto, fra gli schiamazzi del tenacissimo Curatore, ch’io lasciava pur cantare a suo piacimento. E superato così l’argine della stitichezza e parsimonia di codesto