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EPOCA SECONDA. CAP. VIII 89


l’ uomo per natura non si contentando mai, ed [1764] io molto meno che ni un altro, mi venne presto a noja anche quella piccola soggezione dell’avermi sempre il Cameriere alle reni, dovunque i’ m’andassi. E tanto più mi riusciva gravosa questa servitù, quanto ch’ella era una particolarità usata a me solo di quanti ne fossero in quel Primo Appartamento; poiché tutti gli altri uscivano da se, e quante volte il giorno volevano. Nè mi capacitai punto delta ragione che mi si dava di questo, ch’io era il più ragazzo di tutti, essendo sotto ai quindici anni. Onde m’incocciai in quell’idea di volere uscir solo anche io; e senza dir nulla al Cameriere, nò a chi che sia, cominciai a uscir da me. Da prima fui ripreso dal Governatore; e ci tornai subito; la seconda volta fui messo in anrestoiri casa, e poi liberato dopo alcuni giorni, fui da capo all’uscir solo. Poi riarrestato più strettamente, poi riliberato, e riuscito di nuovo; e sempre così a vicenda più volte, il che durò forse un mese, crescendomisi sempre il gastigo, e sempre inutilmente. Alla per fine dichiarai in uno degli arresti, che mi ci doveano tenere in perpetuo, perchè appena sarei stato liberato, immediatamente sarei tornato fuori da me; non volendo io nessuna particolarità nè in