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70 | VITA DI VITTORIO ALFIERI. |
[1762] non intendeva nulla, e da altri simili: onde io già già qasi mi credei un Poeta. Ma lo Zio, che era uomo militare, e severo, e che bastantemente notiziato delle cose storiche e politiche nulla intendeva nè curava di nessuna poesia, non incoraggi punto questa mia Musa nascente; e disapprovando anzi il Sonetto e burlandosene mi disseccò tosto quella mia poca vena fin da radice; e non mi venne più voglia di poetare mai, sino all’età di a 25 anni passati. Quanti o buoni o cattivi miei versi soffocò quel mio Zio,insieme con quel mio Sonettaccio primogenito!
[1763] A quella bestiale Filosofia, succedè l’anno dopo lo studio della Fisica, e dell’Etica; distribuite parimente come le due altre scuole anteriori; la Fisica la mattina, eia lezione di Etica per far la siesta. La Fisica un cotal poco allettavaml; ma il continuo contrasto con la Lingua Latina, e lamia totale ignoranza della studiata Geometria, erano impedimenti invincibili ai miei progressi. Onde con mia perpetua vergogna confesserò per amor del vero, che avendo io studiato un anno intero la Fisica sotto il celebre Padre Beccarla, neppure una definizione m’e n’è rimasta in capo; e niente affatto so nè intendo del suo dottissimo corso su