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EPOCA SECONDA. CAP. IV 59


età, e di forze, e di asinità ancor più, si faceva [1760] fare di quando in quando il suo componimento da me, che era o traduzione, o amplificazione, 0 versi &c., ed egli mi ci costringeva con questo bellissimo argomento: Se tu mi vuoi fare il componimento, io ti do due palle da giuocare; e me le mostrava, belline, di quattro colori, di un bel panno, ben cucite, ed ottimamente rimbalzanti; se tu non me lo vuoi fare, ti do due scappellotti, ed alzava in ciò dire la prepotente sua mano, lasciandomela pendente sul capo. Io pigliava le due palle, e gli faceva il componimento. Da principio glielo facea fedelmente quanto meglio sapessi; e 11 maestro si stupiva un poco dei progressi inaspettati di costui, che crasi fin allora mostralo una talpa. Ma io teneva religiosamente il segreto; più ancora perchè la Natura mia era di esser poco communicativo, che non per la paura che avessi di quel Ciclope. Con tutto ciò, dopo avergli fatte molte composizioni, e sazio di tante palle, e nojato di quella fatica, e anche indispettito un tal poco che colui si abbellisse del mio, andai a poco a poco deteriorando in tal guisa il componimento, che finii col frapporvi di quei tali solecismi* come il potebam, a simili, che ti fanno far le fischiate