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58 VITA DI VITTORIO ALFIERI.


[1760] poi anche prevalendo di furto, per la mia traduziooe scolastica del Tema datomi dal maestro; il che sempre più mi teneva indietro nel mio Latino. Di nessun altro poi de,’Poeti nostri aveva io cognizione; se non se di alcune Opere del Metastasio,come il Catone, l’Artaserse, l’Olimpiade, ed altre che ci capitavano alle mani come libretti dell’Opera di questo,0 di quel Carnovale. E queste mi dilettavano sommamente; fuorché al venir dell’arietta interrompitrice dello sviluppo degli affetti, appunto quando mi ci cominciava a internare, io provava un dispiacere vivissimo; e più noja ancora ne riceveva, che dagli interrompimenti dell’Ariosto. Mi capitarono anche allora varie, Commedie del Goldoni, e queste me le presta, va il maestro stesso; e mi divertivano molto.. Ma il genio per le cose drammatiche, di cui forse il germe era in me, si venne tosto a ricoprire o ad estinguersi in me, per mancanza di pascolo, d’incoraggiraento, e d’ogni altra cosa. E, somma fatta, la ignoranza mia e di chi mi educava, e la trascuraggine di tutti in ogni cosa non potea andar più oltre.

In quegli spessi e lunghi intervalli in cui per via di salute io non poteva andare alla scuola con gli altrui un mio compagno, maggiore di