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EPOCA SECONDA. CAP. II 51


lo scoprì, lo confiscò, e fattisi dar gli altri Tomi, tutti li consegnò al Sottopriore, e noi poetini restammo orbati d’ogni poetica guida, e scornati.

CAPITOLO TERZO.


A quali de’ miei Parenti in Torino venisse affidata la mia adolescenza.


Nello spazio di questi due primi anni d’Accademia, io imparai dunque pochissimo, e di gran lunga peggiorai la salute del corpo, stante la totale differenza e quantità dei cibi, ed il molto strapazzo, e il non abbastanza dormire; cose in tutto contrarie al primo metodo tenuto sino ai nove anni nella casa materna. Io non cresceva punto di statura, e pareva un candelotto di cera sottilissimo e pallidissimo. Molti malanni successivamente mi andarono travagliando.

L’uno, tra gli altri, cominciò con lo scoppiarmi in più di venti luoghi la testa, uscendone un umore viscoso e fetente, preceduto da i tale dolor di capo, che le tempie mi si anrirono,e la pelle come incarbonita sfoglian si più volte in diversi tempi mi si cambiò