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EPOCA SECONDA. CAP. II |
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purissimi; se non in quanto la Natura da se [1759] stessa, senza ch’io nulla sapessi, me li andava pure sturbando. Mi capitò in quell’anno alle mani, e non mi posso ricordare il come, un Ariosto, ropere tutte in quattro tometti. Non Io comprai certo, perchè danari non avea; non lo rubai, perchè delle cose rubate ho conservata memoria vivissima:ho un certo barlume, che lo acquistassi ad un tomo per volta per via di baratto da un altro compagno, che Io scambiasse meco col pollo che ci era dato per lo più ogni Domenica, un mezzo a ciascunp; sicché il mio primo Ariosto mi sarebbe costalo la privazione di un par di polli in quattro settimane. Ma tutto questo non Io posso accertare a me stesso per l’appunto. E mi spiace; perchè avrei caro di sapere se io ho bevuto i primi primi sorsi di Poesia a spese dello stomaco, digiunando del miglior boccone che ci toccasse mai. E non era questo il solo baratto ch’io mi facessi, perchè quel benedetto semipollo Domenicale, io mi ricordo benissimo di nonio aver mangiato mai perdei se’mesi continui, perchè lo avea pattuito in iscambio di certe ~ rie che ci raccontava un certo Lignana, il le essendo un divoratore, aguzzavasi l’indo per ritondarei la pancia; e non ammet-