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292 VITA DI VITTORIO ALFIERI. ’775 era loro superiore, per impedirne ogni ulteriore rappresentazione. Ma, da quella fatai serata in poi, mi entrò lìi ogni. vena un si fatto bollore, e furore di conseguire un giorno meritamente una vera palma teatrale, che non mai febbre alcuna di amore mi avea con tanta impetuosità assalito. In questa guisa comparvi io al publico per la prima volta. E se le mie tante, e pur troppe, composizioni drammatiche in appresso non si sono gran fatto dilungate da quelle due prime, certo alla mia incapacità ho dato principio in un modo assai pazzo e risibile. Ma se aH’incontro poi, verrò quando che sia annoverato fra i non infimi autori si di Tragedie che di Commedie, converrà pur dire, chi verrà dopo noi, che il mio burlesco ingresso in Parnasso col socco e coturno ad un tempo, è riuscito poi una cosa assai seria. Ed a questo tratto fo punto a questa epoca di giovinezza, poiché la mia Virilità non poteva da un istante piò fausto ripetere il suo cominciamento.