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a8a VITA DI VITTORIO ALFIERI.

  • 77^ costantemente poi applicato alle lettere si Italiane

che Francesi, ed erasi formato il gusto, massimamente nella parte critica filosofica, e non grammaticale. L’acume, grazia e leggiadria delle di lui osservazioni su quella mia infelice Cleopatra farebbero ben bene ridere il lettore, se io avessi il coraggio di mostrargliele; ma elle mi scotterebbero troppo, e non saEran l’oggetto de’perversi gridi Del basso volgo, che schernisce ognora Quei, che non teme. CLEOPATRA. E in esse era vi Antonio? niOMEDE. Canidio, Duce alla fuggiasca gente Credea trovarlo &c. &c. E su questo andare proseguiva tutta luterà, piuttosto lunghetta, essendo di versi 1641. Numero al quale poi non sono quasi mai più arrivato nelle susseguenti Tragedie che ho scritte sino in venti, allorché forse mi trovava poi aver qualcosa più da dire. Tanto vagliano per V esser breve i mezzi del potet dire in un modo piuttosto che in un altro.