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»8o VITA DI VITTORIO ALFIERI; 1775. no Tana mio coetaneo, e stato Paggio del Re nel tempo ch’io stava nell’Accademia. L’eduDa gran tempo per lui Augusto amici; E chi amici non gli ha, gli sfida invano. Or che d’Antonio la fortuna è stanca, Or che d’Augusto mal conosco i sensi, Or che, tremante, inutil voti io formo, Nè 8Ò per chi; della futura sorte Fra i dubbj orror, sola smaniando, e in preda Ad un mortai dolor, che più sperare Mi lice ornai? tutto nel cuor mi addita, Che vinta son, che non si scampa a morte, E a morte infame. ISMENE. Non è tempo ancora Di disperare appien del tuo destino. Chi può saper, s’alle nemiche turbe Non avrà volto la fortuna il tergo; Ovver se Augusto vincitor pietoso A te non renderà quanto ti diero Un dì, Cesare, e Antonio. CLEOPATRA. Il cor nutrirmi Potrò di speme, allor che ben distinti ’ Ravviserò dal vincitore il vinto;