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EPOCA PRIMA. CAP. IV. 25


in capo, assetto che nasconde quasi interamaente [1756] i capelli. La prima volta ch’io ci fui condannato (nè mi ricordo più del perchè) venni dunque strascinato per mano dal maestro alla vicinissima Chiesa del Carmine; Chiesa abbandonata, dove non si trovavano mai 40 persone radunate nella sua vastità: tuttavia si fattamente mi afflisse codesto gastigo, che per più di tre mesi poi rimasi irreprensibile. Tra le ragioni ch’io sono andato cercando in appresso entro di me medesimo, per ben conoscere il fonte di un simile effetto, due principalmente ne trovai, che mi diedero intiera soluzione del dubbio. L’una si era, che io mi credeva gli occhi di tutti doversi necessariamente affissare su quella mia reticella, e ch’io dovea essere molto sconcio e diforme in codesto assetto, e che tutti mi terrebbero per un vero malfattore vedendomi punito così orribilmente. L’altra ragione si era, ch’io temeva di esser visto così dagli amati Novizj; e questo mi passava veramente il cuore. Or mira, o lettore, in me omiccino il ritratto e tuo e di quanti anche uomaoni sono stati o saranno; che tutti siam pur sempre, a ben prendere, bambini perpetui.

Ma l’effetto straordinario in me cagionato da quel gastigo, avea riempito di gioja i miei