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EPOCA TERZA. CAP. XV. *6c po debole ancora a fronte di quella arrabbiata 1775. passione, poteva forse meritare un qualche COLASCIONATA PRIMA. Sendo mascherato da Poeta sudicio. Le vicende d’amor strane, ed amare Colla cetra rn’appresto a voi cantare; Non vi spiacciale udir dal labro mio Che sincero dirolle affé d’Iddio. Voi le provaste tutti, o le sentite, Onde se v’inganassi, mi smentite. Sventurato é colui ch’ama davvero^ Sol felice in amor è il menzognero. Ingannato è colui che non inganna, E le frodi donnesche ei si tracanna. Amor non è che un fanciullesco giuoco. ChiJ’apprezza di più, quant’è da poco! Eppur, miseri noi, la quiete, e pace C’invola spesso il traditor rapace. Pria che d’amar, pajono dolci i lacci, Così creder ti fan con finti abbracci, Cresce dappoi delle catene il peso A misura che il sciocco resta acceso. E quando egli è ben bene innamorato. Che dura é la catena ha già scordato j Alfieri, Vita. Voi. I. 17