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C.FOCA TERZA. CAP. Aiv. Roma, a provare se il viaggio e la lontananza *774mi guarirebbero di quella morbosa passione. Afferrai l’occasione d’una acerba disputa avuta con la mia Signora, (e queste non erano LàCHESI Signora, ancor della nemica corte Tentati ancor non hai li guadi estremi Forse, chi sà, s’alle nemiche turbe avesse la Fortuna volto il dorso, Se Antonio coi guerrier fidi ed audaci, Rientrando in se, dalle lor mani inique, Non strappò la vittoria CLEOPATRA. Ah nó, che fido Solo all’amor, più non curò d’onore; L’incauta fuga mia tutto perdette, ®Sol sconsigliata io fui, sola infelice, almen del Ciel placar potessi io l’ira Ma se a pubblico scorno ei mi riserva, Saprò con mano generosa, e forte Forse smentire i suoi decreti ingiusti; Non creder già, che sol d’amante il core alberghi in sen, ch’ancor quel di Regina Nobile, e grande ad alto fin m’invita. L’infamia ai vii, morte all’ardir sì aspetta, Dubbia non è fra questi due la scielta