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EPOCA TERZA. CAP. XII. | 225 |
dai Poeti. Le adiacenze poi e i passeggi, e le [1772] limpide acque, e la posizione locale della città di Valenza, e il bellissimo azzurro del di lei cielo, e un non so che di elastico ed amoroso nell’atmosfera; e donne i di cui occhi protervi mi faceano bestemmiare le Gaditane; e un tutto in somma, si fatto mi si appresentò in quel favoloso paese, che nessun’altra terra mi ha lasciato un tale desiderio di se, nè mi si riaffaccia si spesso alla fantasia quanto codesta.
Giunto per la via di Tortosa una seconda volta in Barcellona, e tediatissirao del viaggiare a così lento passo, feci il gran distacco dal mio bellissimo cavallo Andaluso, che per essere molto affaticato da quest’ultimo viaggio di trenta e più giorni consecutivi da Cadice a Barcellona, non lo volea strapazzar maggiormente col farmelo trottar dietro il legno quando sarei partito per Perpignano a marcia duplicata. L’altro mio cavallo, il Cordovesino, essendomisi azzoppito fra Cordova e Valenza, piuttosto che trattenermi due giorni che forse si sarebbe riavuto, lo avea regalato alle figlie di una Ostessa molto belline, raccomandandolo che se lo curavano e gli davano un po’ di riposo, rinsanìto lo venderebbero benissimo; nè mai più ne seppi altro. Quest’ultimo dunque