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EPOCA TERZA. CAP. XII. 221


mai trascorsi quindici anni dopo quella funesta [1771] catastrofe.

Quel mio breve soggiorno in Lisbona di [1772] circa cinque settimane, sarà per me un’epoca sempre memorabile e cara, per avervi io imparato a conoscere l’Abate Tommaso di Caluso, fratello minore del Conte Valperga di Masino allora nostro Ministro in Portogallo. Quest’uomo, raro per l’indole i costumi e la dottrina, mi rendè delizioso codesto soggiorno, a segno che, oltre al vederlo per lo più. ogni mattina a pranzo dal fratello, anche le lunghe serate dell’inverno io preferiva pure di passarmele intere da solo a solo con lui, piuttosto che correre attorno pe’ divertimenti sciocchissimi del gran mondo. Con esso io imparava sempre qualche cosa; e tanta era la di lui bontà e tolleranza, che egli sapea per cosi dire alleggerirmi la vergogna ed il peso della mia ignoranza estrema, la quale tanto più fastidiosa e stomachevole gli dovea pur comparire, quanto maggiore ed immenso era in esso il sapere. Cosa, che non mi essendo fin allora accaduta con nessuno dei non molti letterati ch’io avessi dovuti trattare, me li avea fatti tutti prendere a noja. E ben dovea essere cosi, non essendo in me niente minore l’orgoglio,