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210 | VITA DI VITTORIO ALFIERI. |
[1771] per la di lui sublime e indipendente condotta, che non pe’ suoi libri, di cui que’ pochi che avea potuti pur leggere mi aveano piuttosto tediato come figli di affettazione e di stento; con tutto ciò, non essendo io per mia natura molto curioso, nè punto sofferente, e con tanto minori ragioni sentendomi in cuore tanto più orgoglio e inflessibilità di lui; non mi volli piegar mai a quella dubbia presentazione ad un uomo superbo e bisbetico, da cui se mai avessi ricevuta una mezza scortesia glie n’avrei restituite dieci, perchè sempre così ho operato per istinto ed impeto di natura, di rendere con usura sì il male che il bene. Onde non se ne fece altro.
Ma in vece del Rousseau, intavolai bensì allora una conoscenza per me assai più importante con sei o otto dei primi uomini dell’Italia, e del Mondo. Comprai in Parigi una raccolta dei principali Poeti e Prosatori Italiani in 36 volumi di picciol sesto, e di graziosa stampa. dei quali neppur uno me ne trovava aver meco dopo quei due anni del secondo mio viaggio. E questi illustri maestri mi accompagnarono poi sempre da allora in poi da per tutto; benchè in quei primi due o tre anni non ne facessi a dir vero grand’uso. Certo che al-