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EPOCA TERZA. CAP. XI. |
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guai terminato col prossimo divorzio; e ancorchè [1771] il padre di lei ( persona a me già notissima da piò anni) fosse venuto in quel giorno 4el Mercoledì a veder la figlia, e nella di lei disgrazia si congratulasse pur seco, che almeno ad uom degno (cosi volle dire) le toccasse di riunirsi in un secondo matrimonio; con tutto ciò io scorgeva una foltissima nube su la bellissima fronte della mia donna, che un qualche sinistro mi vi parea presagire. Ed ella, sempre piangente, e sempre protestandomi che mi amava piò d’ogni cosa; che lo scandalo dell’avvenimento suo e il disonore che glie ne ridondava nella di lei patria,le venivano largamente compensati s’ella potea pur vivere per sempre con me; ma ch’ella era piò che certa che io non l’avrei mai presa per moglie mia. Questa sua perseverante e stranissima asserzione mi disperava veramente; e sapendo io benissimo ch’ella non mi reputava nè mentitore nè simulato, non poteva assolutamente intendere questa sua diffidenza di me. In queste funeste perplessità, che pur troppo turbavano ed annichilavano ogni mia soddisfazione del ve derla liberamente dalla mattina alla sera; ed inoltre fra le angustie d’un processo già intavolato, ed assai spiacente per chiunque abbia