Pagina:Alfieri - Vita, I, Londra, 1804.djvu/202

200 VITA DI VITTORIO ALFIERI.


[1771]la casa del marito, credendo quivi poter raccapezzare qualcosa; e forse avendo egli azzeccato cavalli migliori al suo fiacre, che non erano stati quelli del marito; o che questi forse in quel frattempo fosse andato in qualch’altro luogo; fatto si è, che Elia si combinò di arrivar egli nel suo fiacre vicino alla porta del marito, nel punto istesso in cui esso marito era giunto a casa sua; e l’avea benissimo veduto ritornare colla spada, e slanciarsi in casa, e far chiuder la porta subito, ed in aspetto e modi molto turbati. Sempre più.si confermò Elia nel sospetto, ch’egli m’avesse ucciso, e non potendo più far altro, era corso dal Caraccioli, e gli avea dato conto di quanto sapeva, e di quel che temeva.

Io dunque, dopo una si penosa giornata, rinfrancato da molte ore di placidissimo sonno, rimedicate alla meglio le mie due ferite, di cui quella della spalla mi dolca più che mai, e l’altra sempre meno; subito corsi dalla mia donna, e vi passai tutto intero quel giornon. Per via dei servitori si andava sentendo quello che faceva il marito, la di cui casa, come dissi, era assai vicina di quella della cognata, dove abitava per allora la mia donna. E benché io riputassi in me stesso ogni nostro