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198 VITA DI VITTORIO ALFIERI.


re dal Marchese Caraccioli, per informarlo d’ogni cosa. Ed egli pure, dal modo in cui avea saputo il fatto in confuso, mi tenea fermamente per ucciso, e che fossi rimasto nel parco, che verso la mezz’ora di notte suol chiudersi. Come risuscitato dunque mi accolse, ed abbracciò caldamente, ed in varj di scorsi si passarono ancora forse du’altre ore più della notte; talché arrivai a casa quasi al giorno» Corcatomi dopo tante e si strane peripezie d’un sol giorno, non ho dormito mai d’un sonno più tenace e più dolce.

CAPITOLO UNDECIMO.

Disinganno orribile.



Ecco intanto a puntino come erano veramente accadute le cose, del giorno dianzi. II fidato mio Elia, avendo veduto arrivare quel messaggiero col cavallo fradicio di sudore e trafelatissimo, e che tanto e poi tanto gli avea raccomandato di farmi avere immediatamente quella lettera, era subito uscito per rintracciarmi; e cercatomi prima dal Prirrir>e di Masserano dove mi credeva esser ito, poi dal Carac-