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188 VITA DI VITTORIO ALFIERI.


[1771] alla porta del chiuso palco. Io, per un semplice moto machinale, balzo alla porta, l’apro, e richiudola dietro me in un attimo, e agli occhi mi si presenta il marito della mia donna, che stava aspettando che di fuori gli venisse aperto il palco chiuso a chiave da quegli usati custodi dei palchi, che nei teatri Inglesi sì trattengono a tal effetto nei corridori. Io già più e più volte mi era’ aspettato a quest’incontro, e non potendolo onoratamente provocare io primo, l’avea pure desiderato più che ogni ’cosa al mondo. Presentatomi dunque in un baleno fuori del palco, le parole furon queste brevissime. Eccomi quà, gridai io;chi mi cerca? Io, mi rspos’egli, la cerco, che ho qualche cosa da dirle. Usciamo, io replico; sono ad udirla. Nè altro aggiungendovi, uscimmo immediatamente dal teatro. Erano circa le ore ventitré e mezza d’Italia; nei lunghissimi giorni di Maggio cominciando in Londra i teatri verso le ventidue. Dal teatro dell Haymarket per un assai buon tratto di strada andavamo al Parco di S. Giacomo, dove per un cancello si entra in un vasto prato, chiamato Greenpark. Quivi, già quasi annottando in un Cantuccio appartato si sguainò senza dir altro le spade. Era allor d’uso il portarla anch’essendo in