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176 | VITA DI VITTORIO ALFIERI. |
[1770] solissimo, per lo più anche senza leggere nè far nulla, e senza mai schiuder bocca.
Stufo oramai di ogni qualunque Tedescheria, lasciai dopo due giorni Francfort, e avviatomi verso Magonza mi v’imbarcai sopra il Reno, e disceso con quell’epico fiumone sino a Colonia, un qualche diletto lo ebbi navigando fra quelle amenissime sponde. Di Colonia per Aquisgrana ritornai a Spa, dove due anni prima aveva passato qualche settimane; e quel luogo mi avea sempre lasciato un qualche desiderio di rivederlo a cuor libero; parendomi quella essere una vita adattata al mio umore, perchè riunisce rumore e solitudine, onde vi si può stare inosservato ed ignoto infra le pubbliche veglie e festini. Ed in fatti talmente mi vi compiacqui, che ci stetti sin quasi al fin dì Settembre dal mezzo Agosto: spazio lunghissimo di tempo per me che in nessun luogo mi potea posar mai. Comprai due cavalli da un Irlandese, dei quali l’uno era di non comune bellezza, e vi posi veramente il cuore. Onde cavalcando mattina e giorno e sera, pranzando in compagnia di otto 0 dieci altri forestieri d’ogni paese, e vedendo seralmente ballare gentili donne e donzelle, io passava (o per dir meglio,